Nasce la Croce Rossa Politica

Prima della rivoluzione e nei primi anni post-rivoluzionari con il nome di Croce Rossa Politica (PKK) si designava l’insieme delle organizzazioni e dei gruppi che intorno al 1880 avevano cominciato a occuparsi (in diverse forme e sotto diversi nomi) dell’assistenza ai detenuti e ai deportati politici. Nell’emigrazione russa agivano legalmente, in Russia invece operavano nella clandestinità o semiclandestinità. Dopo la Rivoluzione di Febbraio del 1917 tutti i detenuti e i deportati politici furono amnistiati, e il PKK s’impegnò apertamente a far ritornare in patria le vittime delle repressioni e a fornire loro assistenza materiale e medica.
Poiché il nuovo regime bolscevico aveva cominciato e perseguitare i propri avversari politici, nel dicembre 1917 il PKK riprese l’attività. A Mosca nel gennaio 1918 fu creata la “Società moscovita della Croce Rossa per l’aiuto ai detenuti politici” (Croce Rossa Politica). Negli anni della Guerra civile l’attività del PKK si diffuse ad altre regioni della Russia: Pietrogrado, Kiev, Char’kov, Poltava; si tentò anche di crearne una sezione ad Astrachan’ (estate 1918).
Presidente del PKK di Mosca fu eletto l’avvocato Nikolaj Konstantinovič Murav’ëv (capo della Commissione Straordinaria d’Inchiesta presso il Governo Provvisorio), più tardi sostituito dalla vecchia rivoluzionaria Vera Nikolaevna Figner, mentre presidente onorario era lo scrittore V.G. Korolenko. L’attività corrente del PKK era gestita da un comitato composto da 15 persone e da un presidium costituito da presidente, vicepresidente, segretario, vicesegretario e tesoriere. Nel 1918 la sezione moscovita del PKK era composta da 226 persone.
Il PKK si proponeva di aiutare le persone perseguitate dalle autorità per motivi politici (indipendentemente dal partito e dalla nazionalità di appartenenza, dalle convinzioni religiose e dalle accuse formali che erano loro mosse).
Dell’attività corrente erano incaricate delle commissioni esecutive: finanziaria, assistenziale, giuridica, medica, concertistica e teatrale, editoriale, per le visite in carcere. La commissione finanziaria si occupava di raccogliere i fondi per le necessità del PKK. La commissione assistenziale forniva agli arrestati generi alimentari e capi di vestiario. Quella medica assicurava il controllo igienico-sanitario nei luoghi di reclusione e offriva la necessaria assistenza medica. La commissione giuridica s’incaricava di organizzare l’assistenza giuridica degli arrestati: difendeva i loro diritti sia nel corso dell’istruttoria, sia durante i processi, forniva servizi giuridici. Inoltre, i membri della commissione scrivevano diverse istanze e suppliche per conto dei detenuti. Grazie alle istanze preparate dalla commissione dal marzo 1919 al marzo 1920 e inoltrate alla Commissione straordinaria panrussa (VČK) fu liberato circa il 25% degli arrestati.
Il PKK si finanziava con le quote d’iscrizione, le offerte volontarie, gli incassi di conferenze, concerti, spettacoli, i guadagni derivanti dalle pubblicazioni a stampa (in particolare della casa editrice “Zadruga”), e anche con le proprietà e i capitali dell’organizzazione.
Il Commissariato del popolo alla giustizia e il Presidium della VČK consentirono (anche se non subito) agli incaricati del PKK di visitare i luoghi di reclusione e di incontrarsi con i detenuti, di consegnare in cella agli arrestati generi alimentari e denaro; di ricevere le loro dichiarazioni e domande scritte. Nel gennaio-febbraio 1920 la commissione giuridica riuscì a organizzare il censimento di tutti i detenuti che si trovavano nelle prigioni e nei lager di Mosca.
I rappresentanti del PKK si recavano in altre città della Russia per visitare le carceri di provincia, portandovi carichi di generi alimentari e vestiario. Si può calcolare che nel 1921 furono assistiti circa 4 milioni e mezzo di detenuti.
Nel 1920-1922 le autorità sferrarono un attacco contro l’opposizione socialista. I collaboratori del PKK furono arrestati per breve tempo in occasione della soppressione del Comitato Panrusso di aiuto agli affamati (settembre 1921) e del processo al partito degli SR. Nel settembre 1922 fu espulso un gruppo di scienziati e intellettuali, fra cui c’erano membri del direttivo del PKK di Mosca: E.D. Kuskova, A.A. Kizevetter, V.A. Mjakotin. Nel settembre 1922, dopo l’approvazione del nuovo Regolamento per la registrazione delle organizzazioni sociali, il PKK non ottenne la registrazione e cessò di esistere. Il suo patrimonio e alcune delle sue funzioni passarono a un’organizzazione che fu chiamata Soccorso ai detenuti politici.

Fonti: Fonti archivistiche: GARF, f. 8419, op.1.

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In Internet: A.A. Muchutdinov, Pravozaščitnaja dejatel’nost’ Političeskogo Krasnogo Kresta (Moskovskoe obščestvo pomošči politzaključennym) // http://www.mael.ru/socium2/ Muhutdinov.html