Processo agli scrittori Andrej Sinjavskij e Julij Daniel'

Nel settembre 1965 a Mosca gli organi del KGB arrestarono due letterati: il critico Andrej Sinjavskij e il poeta e traduttore Jurij Daniel'. Benché i giornali sovietici non ne dessero notizia, non si tardò molto a conoscere il motivo del loro arresto: gli scrittori erano accusati di aver pubblicato alcune opere all'estero sotto pseudonimi. Il fatto che degli scrittori venissero arrestati per la loro attività letteraria fu percepito dall'intelligencija sovietica come un fatto senza precedenti, come un colpo contro il "disgelo" e un sintomo di ritorno allo stalinismo.
Durante l'inchiesta gli scrittori ammisero di essere gli autori delle opere incriminate, ma rifiutarono ostinatamente di riconoscere il carattere "criminoso", "antisovietico" delle proprie azioni. Nonostante ciò, nel novembre 1965 il KGB e la Procura dell'URSS inviarono alla dirigenza politica del paese la proposta di organizzare un processo "dimostrativo" contro Sinjavskij e Daniel'. Alla fine dello stesso mese a Mosca cominciò a diffondersi un "Appello" che invitava i cittadini a presentarsi il 5 dicembre 1965 a una manifestazione, per chiedere alle autorità che gli scrittori venissero processati pubblicamente (gli autori dell'appello e una parte consistente della società temevano che giudizio e castigo avvenissero in segreto). La manifestazione, che si tenne il giorno fissato in piazza Puskin, segnò l'inizio del movimento di difesa dei diritti civili in URSS.
All'inizio di gennaio del 1966 i vertici del partito stabilirono di celebrare il processo e definirono in anticipo la pena per gli imputati. Sulla stampa sovietica cominciò una campagna diffamatoria contro Sinjavskij e Daniel', definiti "voltagabbana", "doppiogiochisti" e via dicendo. Nello stesso tempo alcuni fra i più noti letterati moscoviti (Vjačeslav Vs. Ivanov, L. Kopelev, A. Jakobson) prepararono per il processo dei commenti sull'opera degli scrittori arrestati, in cui dimostravano che tale opera non poteva costituire materiale per una persecuzione penale.
Il caso Sinjavskij-Daniel' venne esaminato dalla Corte Suprema della RSFSR, a Mosca, dal 10 al 14 febbraio 1966 e suscitò grande interesse nell'opinione pubblica mondiale. Benché formalmente il processo si svolgesse a porte aperte, in aula si poté entrare solo su invito, e i corrispondenti stranieri non vi furono ammessi. Oltre che dal procuratore di stato, l'accusa fu sostenuta da una rappresentante dell'Unione degli scrittori dell'URSS.
Al processo entrambi gli imputati difesero apertamente il proprio diritto alla libertà creativa e alla critica, anche espressa in forma satirica, e (per la prima volta in 40 anni di processi politici "dimostrativi" in URSS) rifiutarono di dichiararsi colpevoli. La sentenza (7 anni di detenzione per Sinjavskij e 5 anni per Daniel'), approvata dalla stampa sovietica e dai "lavoratori sovietici", produsse un effetto scioccante sull'opinione pubblica mondiale, e in particolare negli ambienti filocomunisti dell'intelligencija occidentale.
Alla fine di marzo del 1966, 63 letterati moscoviti presentarono una petizione al XXIII congresso del PCUS, per chiedere la liberazione degli scrittori condannati. Centinaia di persone scrissero lettere individuali di protesta alle istanze sovietiche. Il resoconto stenografico del processo (fatto dalle mogli degli imputati Larisa Bogoraz e Marija Rozanova) e soprattutto i discorsi conclusivi degli imputati vennero ampiamente diffusi in samizdat. Il giovane giornalista Aleksandr Ginzburg raccolse in un volume i materiali del processo e le reazioni all'arresto e al processo di Sinjavskij e Daniel' apparse sulla stampa sovietica e straniera, come pure in samizdat. La raccolta fu pubblicata all'estero con il titolo di Libro bianco e tradotta in diverse lingue.
Il caso Sinjavskij-Daniel', con le reazioni che ne seguirono, portò al consolidamento dei gruppi di opposizione della società sovietica e contribuì a definire i valori fondamentali della comunità dissidente, in primo luogo la libertà di creazione e di diffusione delle informazioni indipendentemente dai confini dello stato.

Fonti: Belaja kniga po delu A. Sinjavskogo i Ju. Daniel', a cura di A. Ginzburg, Frankfurt am Mein, Posev, 1967.
Cena metafory, ili prestuplenie i nakazanie Sinjavskogo i Daniel', a cura di E. Velikanova, Moskva, Kniga, 1989.