Processo al poeta Iosif Brodskij, accusato di «parassitismo»

Fin dall'inizio degli anni '60 le liriche e i poemi del giovane leningradese Iosif Brodskij erano ampiamente diffuse in samizdat. Ma benché la grande poetessa russa Anna Achmatova lo considerasse il maggior poeta della giovane generazione, Brodskij non aveva uno status ufficiale di letterato di professione, e si guadagnava da vivere con spedizioni geologiche, e dal 1962 con saltuari lavori di traduzione.
Nel 1963 la stampa leningradese diede il via a una campagna denigratoria contro Brodksij, ispirata dal KGB e dalla dirigenza della sezione leningradese dell'Unione degli Scrittori dell'URSS. Il 13 febbraio 1964 il poeta fu arrestato con l'accusa di "parassitismo" (per decreto del Soviet Supremo dell'URSS del 14 maggio 1961, "le persone che rifiutano un lavoro socialmente utile e hanno uno stile di vita antisociale e parassitico" venivano perseguite penalmente). Nel marzo dello stesso anno il caso di Brodskij fu esaminato dal tribunale del quartiere Dzeržinskij di Leningrado. Il poeta fu riconosciuto colpevole di "stile di vita parassitico" e condannato a 5 anni di confino. Il caso Brodskij doveva servire da lezione a tutti i giovani artisti indipendenti.
L'arresto e il processo di un letterato giovane e apparentemente poco conosciuto suscitarono un'ondata di proteste fra l'intelligencija sovietica, assolutamente inattesa per le autorità. I maggiori esponenti della cultura sovietica, Anna Achmatova, Kornej Čukovskij, Samuil Maršak, Konstantin Paustovskij, Dmitrij Šostakovič, fornirono al processo un giudizio positivo dell'arte di Brodskij, e critici letterari di spicco, come Vladimir Admoni ed Efim Etkind intervennero al processo in sua difesa, esprimendo il massimo apprezzamento per la sua opera di poeta e traduttore. Nelle lettere di protesta legate al "caso Brodskij" s'incontrano i nomi di molti futuri dissidenti.
La trascrizione del processo, fatta dalla scrittrice Frida Vigdorova, fu uno dei primi documenti in difesa dei diritti civili del samizdat, esempio per i successivi materiali documentari sui processi politici. Questa trascrizione si diffuse per il paese in moltissime copie. Ben presto fu pubblicata dalla stampa occidentale, e l'opinione pubblica mondiale poté conoscere nei particolari il "caso Brodskij". La repressione che aveva colpito il poeta suscitò indignazione fra gli intellettuali dell'Occidente.
Brodskij fu confinato nel nord della Russia, in un villaggio della regione di Archangel'sk, dove lavorò in un kolchoz. Gli sforzi ostinati dell'opinione pubblica, e anche una effimera liberalizzazione del regime dopo la caduta di Chruščëv, fecero sì che nel settembre 1965 il poeta fosse graziato e potesse tornare a Leningrado. Però i suoi versi continuarono a non essere pubblicati in patria e nel 1972 egli fu costretto a emigrare. Fino alla morte, avvenuta nel 1995, Brodskij visse prevalentemente negli Stati Uniti.
Nel 1987 a Iosif Brodskij fu conferito il premio Nobel per la letteratura.

Fonti: E.G. Etkind, Process Iosifa Brodskogo, London 1988.
M. Jakimčuk, Kak sudili poeta. Delo I. Brodskogo, Leningrad 1990.
S.M. Volkov, Dialogi s Iosifom Brodskim, Moskva, Nezavisimaja gaz. 2000.
F. Vigdorova, [Stenografičeskij otčët processa Brodskogo], Sudilišče, introduzione di L.K. Čukovskaja, "Ogonëk", 49, 1988, pp. 26-30.
E. Jakovič, «Delo Brodskogo» na Staroj ploščadi, "Lit. gazeta", 5 maggio 1993, p.6.
E. Šnejderman, Krugi na vode, "Zvezda", 5, 1998, pp. 184-199.
Osvoboždenie, "Zvezda", 5, 2000, pp. 67-74.